La metà del cibo prodotto nel mondo viene sprecato.Se la crisi energetica sta spingendo
la società odierna verso un utilizzo più responsabile delle risorse del
pianeta cercando fonti alternative ed un uso più efficiente limitando
dispersioni e sprechi, sembra che la stessa cosa non succeda per quanto
riguarda la produzione alimentare. La metà del cibo prodotto al mondo
viene infatti sprecato, questo è il dato sconcertante che emerge da una
ricerca presentata a Stoccolma nel corso del World Water Week e
condotta dallo Stockholm International Water Institute, dallo UN Food
and Agriculture Organization e dall'International Water Management
Institute. All’ultimo vertice sulla crisi alimentare (giugno 2008), la Fao ha
fatto dell’incremento della produzione alimentare il cavallo di
battaglia per risolvere l’emergenza, mentre l’agroindustria preme per
l’introduzione massiccia di ogm che (secondo loro) riuscirebbero a
nutrire l’intera popolazione mondiale. Ma a Stoccolma si è dimostrato
che il problema è altro, si tratta di spreco vero e proprio anziché di
crisi di produzione. Il rapporto ha calcolato che nei Paesi poveri tra il 15% e il 5% del
cibo si perde in fase di raccolta e tra il 15% e il 20% nelle fasi di
trasformazione, trasporto, immagazzinamento. Nei Paesi ricchi invece lo
spreco si concentra nel momento successivo all’acquisto, siamo noi
consumatori cioè a gettare quantità immani di cibo perfettamente
edibile. Invece di cercare di produrre sempre di più stressando le risorse e gli
ecosistemi del nostro pianeta, il consiglio dei ricercatori a Stoccolma
è di dimezzare lo spreco di cibo entro il 2025, migliorando l’utilizzo
dell’acqua, promuovendo un consumo più responsabile di cibo nei Paesi
ricchi e ottimizzando la produzione di alimenti.