L'Assemblea Regionale Siciliana votera' il disegno di legge n. 103 sul controllo del
sovrappopolamento di fauna selvatica o inselvatichita in aree naturali
protette. Si allargeranno le maglie per consentire attivita' sostanzialmente
riconducibili alla caccia in aree protette e di divieto.
Stamani, con una lettera indirizzata al Presidente dell'Ars ed a tutti i Capigruppo, la LAV Sicilia ha trasmesso
un dossier che demolisce le semplicistiche e demagogiche motivazioni della legge: ''Dietro i
toni allarmistici di una presunta emergenza cinghiali - dice
Ennio Bonfanti, responsabile della LAV - c'è chi cerca
il pretesto per sparare nelle aree protette siciliane''. Il ddl, secondo i responsabili della LAV. contiene numerose violazioni
alle Leggi statali n. 157/1992 (caccia) e n. 394/1991 (parchi) che, ai
sensi della Costituzione, sono vincolanti anche per le Regioni ad
autonomia speciale. Approvato il ddl, sarà possibile
esercitare la caccia nei Parchi e riserve dietro il pretesto dei danni
del cinghiale, sebbene in realta' si applicherebbe a
qualunque specie. Ma guardacaso per i danni prodotti dalla fauna
esistono gia' gli strumenti normativi e tecnici per intervenire senza procedere alla fucilazioni di queste bestie. ''In caso di gravi danni prodotti dalla fauna - dichiara Bonfanti - la
vigente legge siciliana sulla caccia n. 33/1997 contempla efficacemente
gli strumenti necessari per assicurare la corretta attuazione di
eventuali interventi di controllo, che devono essere anzitutto ecologici e selettivi valutati idonei dall' (INFS) Istituto nazionale per
la fauna selvatica. Per il
contenimento del numero si puo' pensare non già all'uccisione bensì
alla sterilizzazione.