
Eccolo, lo scandalo del Cas, il consorzio per le autostrade su cui si è abbattuta nei giorni scorsi la censura di Pietro Ciucci, il presidente dell'Anas che ha proposto al ministro Matteoli la revoca della concessione dopo che gli ispettori dell'ente hanno riscontrato, lungo le arterie gestite dal consorzio, 473 "non conformità": buche, avvallamenti, gallerie non illuminate, guard-rail da sostituire. Difetti che marchiano le gloriose litoranee siciliane, la Messina-Catania e la Palermo-Messina, quest'ultima completata di tutta fretta a fine 2004 e inaugurata in pompa magna alla presenza di Silvio Berlusconi.

Un dato svelato nei giorni scorsi da Patrizia Valenti, la dirigente che da aprile siede alla guida di un carrozzone di quasi esclusiva proprietà della Regione, e che ha ereditato i risultati sconfortanti di gestioni brevi o commissariali: "C'è stata una politica del personale, in questi anni, che ha sopperito alle carenze d'organico negli uffici - afferma la Valenti - con l'assunzione o la promozione di tecnici esattori. E oggi ci ritroviamo con appena due ingegneri e un numero insufficiente di geometri: per alcuni progetti, dobbiamo chiedere il supporto dell'università. Non disponiamo neppure di un ufficio legale, pur avendo un contenzioso da due milioni 760 mila euro".

Ma la lady di ferro delle autostrade siciliane non si è fermata nelle sua denunce, sottolineando come negli ultimi 8 anni non siano state eseguite manutenzioni previste per legge per un importo di circa 80 milioni di euro. Soldi dirottati verso la spesa corrente, in un ente che ha peraltro 12 milioni di debiti fuori bilancio. In quest'elenco figura anche la somma non proprio esigua di 1,2 milioni per una società privata che, attraverso propri dipendenti forniti di bandiere, segnalava la situazione di pericolo fuori dalla galleria Langenia, rimasta chiusa per 27 mesi in seguito a un incendio. E poi quei 12 milioni spariti nel nulla, a sentir ancora la Valenti, ovvero erogati dalla banca ma mai trasferiti nel conto del consorzio. Sulla vicenda l'amministrazione ha già presentato un esposto giudiziario.
Forse si è spinta troppo oltre, nella Sicilia che soffre una recrudescenza di intimidazioni ad amministratori pubblici. E così, proprio ieri sera la Valenti si è scontrata su un episodio oscuro: alla presidentessa del consorzio, e a un funzionario dell'ente, sono stati inviati una busta con due proiettili e un messaggio di auguri. È stata la stessa Valenti a denunciare la vicenda, presentandosi in procura a Messina. L'autostrada dei casellanti si è già trasformata nell'autostrada dei veleni.
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