Mili San Pietro è una frazione collinare della città di Messina che conta 769 abitanti (censimento ISTAT 2001). L'appositivo "San Pietro", si riferisce al patrono del paese, San Pietro Apostolo. Viene conosciuta anche come Mili Superiore vista la sua posizione rispetto alle vicine Mili San Marco (detta anche Mili Inferiore) e Mili Marina.

Sita nella zona Sud del territorio cittadino, a 199 m. d'altitudine, all'interno della vallata del torrente Mili, coltivata prevalentemente ad agrumeti, oliveti e vigneti e rigogliosa di vegetazione mediterranea.

I tre casali di Mili Marina, Mili S. Marco e Mili S. Pietro nacquero a ridosso della fiumara di Mili. Ma i casali storici della vallata di Mili, in effetti, sono Mili San Pietro e Mili San Marco. A partire dal tempo dei Normanni, entrambi hanno avuto come punto di riferimento il monastero di Santa Maria, la cui costruzione fu voluta dal conte Ruggero. Lo stesso monastero esercitò la propria giurisdizione sui casali fino al 1400, anno in cui il cenobio fu concesso ad un vescono da parte di Ferdinando il Cattolico. L'imperatore Carlo V, col parere favorevole del Pontefice, assegnò tutte le rendite all'ospedale della Pietà, che nel 1542 riunì una dozzina di nosocomi cittadini. Nel 1685 i due casali, come anche tutti gli altri casali montani, furono venduti da Bonavides. Alla città furono restituiti nel 1727, dopo quarant'anni. Importanza fondamentale in tutta l'area fu esercitata dagli inglesi. Nel 1810, infatti, accorsero in aiuto dei borbonici, che temevano l'invasione della Sicilia da parte dei Francesi di Gioacchino Murat. In quella occasione propiziarono la costruzione della strada che tuttora collega entrambi i casali alla città.

Mili S. Pietro è rinomata soprattutto perché vi sorge l'importante Chiesa normanna di Santa Maria di Mili, risalente al 1092 e rilevante meta turistica.
Proprio dalla chiesa di Santa Maria e dal monastero normanno che le era affiancato, la Prima Municipalità ha preso il nome "Normanno". Del monastero restano soltanto dei ruderi, ma la chiesa è ancora in piedi. Si tratta delle più antiche costruzioni di tutta la provincia di Messina e sono datate 1092. La loro fondazione fu propiziata dal conte normanno Ruggero D'Altavilla. La chiesa è costituita da una navata unica, con tre absidi che si aprono sul transetto, sormontate da tre cupolette emisferiche, tipiche dell'architettura arabo-normanna. La costruzione fu eseguita con laterizi e materiale pietroso policromo. Fu ristrutturata nel Cinquecento, e in quell'occasione la navata unica fu allungata. Intorno alla chiesa restano i ruderi del monastero. Fin dall'inizio il conte Ruggero aveva stabilito che nella chiesa venissero custodite le spoglie di suo figlio Giordano (prima condannato a morte per essersi ribellato al padre, poi graziato, e infine deceduto per cause naturali proprio nel 1092). A seguito delle leggi eversive del 1862, chiesa e monastero furono confiscati; la prima andò al demanio, il secondo ad alcuni privati che lo avevano acquistato. Entrambi versano in condizioni d'abbandono.

Da segnalare l'Eremo di S. Sostine ....
Sorge nel Villaggio di Mili San Pietro, su un poggio ricco di vegetazione dominando tutto il centro abitato. Conserva un pregevole altare intarsiato del '700 con simbologie basiliane, e questo fa supporre che gli eremiti che lo avevano in cura s'ispirarono alla Regola e alla spiritualità di San Basilio. La statua marmorea di San Sostene è datata 1634.