Come sappiamo, e più volte tra le pagine di Larderiaweb abbiamo letto, Messina si sviluppa tra dei monti che sono geologicamente giovani e quindi soggetti a frane e smottamenti. Tutte le strade perpendicolari al mare sono fiumare coperte trasformate in strade “ad alto rischio” che ripetutamente negli anni hanno ceduto. Le più note sono il Boccetta, il torrente Trapani, l'Annunziata. Da torrenti, oggi, queste fiumare vengono addirittura definite tragicamente "viali". Nelle fiumare, o viali come oggi vengono chiamati, sono sorti edifici e interi quartieri e sono luoghi dove risiediono più di duecentomila persone, tutte a rischio per la loro vita. Pensare che anche due e più scuole sono sorte nelle fiumare ci fanno comprendere lo scempio che il nostro territorio ha subito negli anni alla faccia delle più basilari norme in materia. Ma chi sono i responsabili di tutto ciò? Dove non si è costruito, come ben sappiamo vedendo il nostro torrente, gran parte delle fiumare sono occupate da discariche a cielo aperto dove materiale di risulta di carattere edile, sporcizia e amianto sono ampiamenti diffusi.
Le zone più densamente popolate, attraversate da torrenti, sono 11 e vanno dal torrente Papardo a Camaro.
Le aree di impluvio occupate da opere come strade, palazzi e cantieri hanno ovviamente destabilizzato i pendii, rendendoli più fragili e più soggetti all'erosione; e gli incendi costanti hanno fatto il resto. Ci siamo dimenticati della drammatica estate del 2007, quando parte del territorio cittadino nella zona nord è stato distrutto da centinaia di incendi? Alcuni se la prendono coi pecorai, e probabilmente non hanno tutti i torti. Ma come al solito, il declinare le responsabilità sul vago di accusa che non portano a niente è la routine a cui spesso assistiamo.
Secondo il WWF le zone più a rischio per il dissesto idrogelogico della città sono: Montepiselli e la zona di Forte Gonzaga, Casazza, torrente Trapani, torrente Annunziata, torrente Giostra, San Michele, Camaro, Contrada Marotta e tutta la fascia costiera sottostante che ha sul groppone già 4 morti nel 1998.
Poi ci sono i paesi e i quartieri che sorgono a sud della città sulla fascia ionica: San Filippo superiore e inferiore, Santa Lucia sopra Contesse, Gazzi, Larderia, Tipoldo, Zafferia, Santo Stefano Medio, Santo Stefano Briga.
Anche sulla fascia tirrenica, a nord della città, esistono svariate situazioni a rischio tra cui spiccano Faro Superiore e Curcuraci dove numerose costruzioni sono sorte grazie all'ultimo Prg. Non sono da trascurare zone come Castanea, Salice, San Saba, Gesso. Insomma, sicuramente abbiamo dimenticato qualcosa - tipo zafferia e pezzolo - ma tutto ciò ci fa intendere come il 99% dei messinesi rischia grosso e, ad ogni pioggia, l'incognita di ciò che può venirci addosso diventa incombente, quasi un pensiero fisso.
Il WWF Italia già dal 6 marzo del 2006 e sino al luglio 2009 ha segnalato, senza essere ascoltato il rischio che i cittadini corrono costantemente ad ogni pioggia:
a) all’ amministrazione comunale la necessità - per le nuove norme di tutela ambientale sopravvenute - di fermare la variante al PRG e di "ridisegnare" la città, alla luce del grave rischio idrogeologico e sismico. Questa richiesta è stata reiterata decine di volte, l'ultima, luglio 2009;
b) alle forze dell'ordine, di far applicare le norme subentrate sulla tutela ambientale;
c) specifiche lottizzazioni o interventi con richieste di revoca in autotutela di progetti approvati. Inoltre sono state presentati 4 esposti alla magistratura (fine aprile 2009), due dei quali sono stati archiviati inspiegabilmente alla stregua di denunce anonime.
A voi le considerazioni... dico solo che siamo nelle mani di nessuno.
Il presidente della prima circoscrizione , Giuseppe Leonardo, con una nota ha espresso il proprio compiacimento e ringraziamento ai Consigli circoscrizionali, per la grande solidarietà dimostrata. Infatti al termine della seduta straordinaria congiunta dei presidenti delle sei Circoscrizioni che si è tenuta nella sala convegni dell'Istituto Marino di Mortelle, presente l'assessore al decentramento, Francesco Mondello, le sei circoscrizioni hanno deciso di destinare le risorse loro assegnate dal Comune, per interventi manutentivi, ai lavori da effettuarsi nella prima circoscrizione così duramente colpita dai fatti alluvionali dei giorni scorsi. La riunione convocata proprio per definire gli interventi di solidarietà a favore della prima Circoscrizione, ha trovato unità nelle circoscrizioni per un'azione che vada incontro alle emergenze del territorio della prima municipalità.
Inutile negarlo, a Larderia le baracche che domani diventeranno di cemento e mattoni sono svariate. Basta un giro tra le colline, sopratutto nella zona che porta verso il Forte Cavalli, per vedere tra gli alberi le baraccopoli costruite senza nessuna autorizzazione e sopratutto sfasciando un territorio bellissimo come il nostro deturpato dall' arroganza diffusa di chi negli anni, senza subire punizioni di rilievo da parte delle istituzioni perchè coperti da chissà quale magnanimo politicante, continua a trasgredire le leggi in materia.
Larderia e il metano. Molte zone del nostro villaggio ancora ne sono sprovviste ed è il "comitato vallata di Larderia" che si fa promotore di una raccolta di firma volta a sensibilizzare l'ItalGas a completare i lavori anche nelle zone che ancora non possono usufruire del servizio. L'interesse è rivolto verso le due più grandi contrade del nostro territorio, Contrada Casicelle e Paterna, che ad oggi vanno avanti a bomboloni. Lo scaldabagno ormai è divenuto un elettrodomestico in disuso tranne che in queste zone dove, nonostante i proclami di avvenuta attivazione, patiscono la mancanza del gas metano. Il Comitato ha raccolto e presentato all'aziende detentrice del servizio un documento con allegato più di un centinaio di firme di residenti che chiedono l'attivazione del servizio, ma prima ancora, l'allaccio alla rete. Purtroppo, se per contrada casicelle vi è la possibilità di un rapido risultato positivo, lo stesso non vale per la contrada paterna che trovandosi aldilà del torrente non è facilmente raggiungibile dalle tubazioni.
Nella nota presentata dal Comitato si legge: [...] chiede che la Vostra Società, che attualmente gestisce la rete Gas del Comune di Messina, effettui un sopralluogo nella contrada sopracitata al fine di verificare la possibile realizzazione della rete di distribuzione del gas metano [...].
Il documento, presentato il 12 ottobre nelle mani del Dott. Grioli, è stato diviso in due richieste in modo da distinguere i due territori. Ad ognuno di essi sono allegate le firme dei residenti richiedenti che, sommati, raggiungono quasi le duecento sottoscrizioni.
Una piccola miglioria da citare. Da qualche giorno abbiamo visto qualche trattorino impegnato nella pulizia del Torrente Larderia. Costatiamo che, meglio che niente, parte del materiale che qualche incivile ha abbandonato ai posteri è stato spostato dal letto del torrente ai lati dello stesso senza peraltro eliminarlo del tutto. Quello che è stato eliminato, e non è certo poco, è stato gran parte dell'amianto - non tutto - che in varie parti del "fiume Larderia" era stato depositato. Proprio ieri, dopo un attenta azione di confezionamento, un tir ha provveduto a togliere i "pacchi regalo" che la ditta impegnata in tale attività aveva lasciato. C'è voluta l'alluvione, e trenta vittime, perchè qualcosa si muovesse ma se per azioni del genere bisogna attendere la tragedia il risultato ottenuto da questa positiva azione di pulizia è solo temporaneo e da addebitarsi esclusivamente al rischio legale che gli amministratori correvano se tali interventi non fossero stati attuati. Ci rendiamo conto che sarà difficile che tutti i risamugli che nel nostro torrente, per inciviltà e poco senso civico, NOI abitanti lasciamo saranno del tutto eliminati. La discarica Larderia è ancora piena di immondizia, e non sono certo questo tipo di azioni che produrranno tranquillità ai residenti. Occorre fare di più!!!
L'intervento effettuato è stato mediocre, ma allo stesso tempo siamo soddisfatti che qualcosa finalmente si sia mosso. Purtroppo, definiamo mediocre l'intervento perchè i serbatoi di amianto che vedete nella foto accanto sono ancora al loro posto e ad essi si è aggiunto un bel frigorifero bianco di quelli che presto finiranno alla foce del torrente ostruendo lo sfogo a mare delle acque. Speriamo che non occorra attendere un'altra tragedia per completare ciò che è stato iniziato, ma al momento non ci resta che fare un moderato complimento per "l'intervento dovuto" a chi finalmente si è reso conto che occorre agire e non solo parlare.
Pagina 29 di 244