A tutti gli operatori telefonici
potete richiedere per legge l’attivazione di un servizio (chiamato
override) che vi mostra il numero di telefono anche delle chiamate
private. Il costo è generalmente abbastanza elevato e può essere
richiesto una sola volta per utenza (in realtà, in casi veramente
necessari anche per più di una volta) e per un lasso di tempo limitato
(generalmente 15 giorni). Per maggiori informazioni chiamate il
servizio clienti.
Negli altri casi (come, ad esempio, telefonate ricevute prima o dopo
l’attivazione del servizio override), invece, si è costretti a fare
regolare denuncia alle autorità competenti e far richiedere il tabulato
delle chiamate in entrata per scoprire il numero privato.
se vi dovessero dire che nn possono attenzione non è proprio vero:
Legge 196/2003, “Codice in materia di protezione dei dati personali”:
Art. 127
(Chiamate di disturbo e di emergenza)
1. L’abbonato che riceve chiamate di disturbo puo’ richiedere che il fornitore della rete pubblica di comunicazioni o del servizio di comunicazione elettronica accessibile al pubblico renda temporaneamente inefficace la soppressione della presentazione dell’identificazione della linea chiamante e conservi i dati relativi alla provenienza della chiamata ricevuta. L’inefficacia della soppressione puo’ essere disposta per i soli orari durante i quali si verificano le chiamate di disturbo e per un periodo non superiore a quindici giorni.
2. La richiesta formulata per iscritto dall’abbonato specifica le modalita’ di ricezione delle chiamate di disturbo e nel caso in cui sia preceduta da una richiesta telefonica e’ inoltrata entro quarantotto ore.
3. I dati conservati ai sensi del comma 1 possono essere comunicati all’abbonato che dichiari di utilizzarli per esclusive finalita’ di tutela rispetto a chiamate di disturbo. Per i servizi di cui al comma 1 il fornitore assicura procedure trasparenti nei confronti degli abbonati e puo’ richiedere un contributo spese non superiore ai costi effettivamente sopportati.
4. Il fornitore di una rete pubblica di comunicazioni o di un servizio di comunicazione elettronica accessibile al pubblico predispone procedure trasparenti per garantire, linea per linea, l’inefficacia della soppressione dell’identificazione della linea chiamante, nonche’, ove necessario, il trattamento dei dati relativi all’ubicazione, nonostante il rifiuto o il mancato consenso temporanei dell’abbonato o dell’utente, da parte dei servizi abilitati in base alla legge a ricevere chiamate d’emergenza. I servizi sono individuati con decreto del Ministro delle comunicazioni, sentiti il Garante e l’Autorita’ per le garanzie nelle comunicazioni.
se ci contattano numeri anonimi possiamo eventualmente fare altre procedure cercando di eliminare questi disagi:
1. direttamente dal cellulare nelle impostazioni/chiamate/puoi verificare se hai l’opzione di ricevere chiamate solo da determinati numeri di telefono come alcuni gruppi della rubrica devi però avere dei gruppi in rubrica attivi.
2. puoi scaricare da intenet un determinato programma black baller per il tuo cellulare che ti consente di rifiutare automaticamente telefonate anonime, in piu puoi mettere numeri di persone indesiderate nell’elenco ”nero” e da queste persone non riceverai piu ne telefonate ne messaggi ecc ecc.
Fonte:Virgilio.it
Patruni e sutta (in italiano padrone e sotto) è un gioco di
carte e di bevute praticato con bevande alcoliche come birra, vino...
diffuso in Sicilia ed in particolare a Messina dove da poco è nata una
birra che porta proprio questo nome, in onore appunto del gioco. Lo
stesso si è poi diffuso in Calabria meridionale ed in particolare nella
provincia di Reggio Calabria. Del gioco esistono comunque molte
varianti. Si può giocare con le carte siciliane, francesi o napoletane in 4, 6, 8, o più persone a squadre. Lo scopo di questo gioco è di bere (vino, liquori, birra, ecc.) il più possibile e pagare meno bevande possibile.
Le carte si distribuiscono a tutti i giocatori in numero di 4 ciascuno.
Chi possiede la primiera più alta si dice che è u patruni (il padrone), colui che possiede il punteggio più basso è u sutta (il sotto). La primiera si calcola nel seguente modo: il sette vale 21 punti, il sei vale 18 punti, l'asso ne vale 16, il cinque ne vale 15, il quattro 14 punti, il tre 13 punti, il due 12 punti, le figure 10 punti. Ogni giocatore deve sommare i punti totalizzati con 4 carte, le più alte che possiede, dei diversi semi. Quindi, ad esempio, chi ha 4 sette ha la primiera più alta in assoluto. Se nessuno dei giocatori ottiene la primera o l'off (quattro carte dello stesso seme) si procede cambiando le carte. Ogni giocatore può scegliere se puntare ad essere il padrone (punteggio massimo) o il sotto (punteggio minimo).
A questo punto "U sutta" propone il giocatore che dovrà bere al "Patruni", il quale può rispondere affermativamente o in modo negativo ed, in ogni caso, essendo il padrone, ha libertà di bere quanto vuole. Ovviamente quando capitano, tra i due, qualcuno che non ha bevuto, l'altro deve far di tutto per non farlo bere. Il gioco si complica quando "u patruni" o "u sutta" non hanno ancora bevuto e si cerca di arrivare a compromessi per far bere i propri compagni. Esaurite le bevande sul tavolo, se ne portano altre e si ricomincia così un nuovo giro.
Del primo gioco rimane la consuetudine dei bicchieri e delle bottiglie semipiene. La primiera invece scompare e al suo posto si utilizzano 3 carte; nel caso delle carte Siciliane, Napoletane il due di denari (sutta) corrisponde a colui che propone i nomi delle persone a cui far bere, il tre di denari (patruni) ha il potere di decidere chi deve bere e l'asso di denari è invece la persona che bussando sul tavolo può bersi, ad esempio, la birra a prescindere da cosa hanno deciso i possessori delle figure precedenti. Un altra variante inserisce il dieci di denari che può battere la birra solo se il possessore dell'asso abbia battuto la birra al padrone e al sotto.
Se invece le 3 carte vengono date a giocatori diversi può incominciare la partita. Chi ha il tre o il due li mostra, invece chi ha l'asso lo tiene nascosto e non lo rivela. Il due propone chi far bere e il tre a seconda della sua volontà e del rispetto che ha per i giocatori dice sì o no. Chi beve e riceve il bicchiere o la bottiglia riempita a metà, deve pronunciare la formula di rispetto: "alla salute dell'asso!".
Se costui non pronuncia la formula o la storpia, l'asso si sentirà in diritto di bussare sul tavolo (mostrerà la carta dell'asso) e si prenderà la birra che era stata assegnata all'altro giocatore. Potrà fare ciò solo prima che il giocatore abbia messo alle labbra il bicchiere o la bottiglia.
Ovviamente l'asso può bussare in qualsiasi caso, ma solitamente lo si fa per evidenziare una mancanza di rispetto, per formare delle squadre o per semplice voglia di bere. In un turno l'asso potrebbe perfino bere tutto ciò che fa parte di quel turno, ma questo ovviamente non verrebbe visto bene dagli altri giocatori che nei turni successivi lo estranierebbero dal gioco senza fargli toccare niente oppure deciderebbero di farlo ubriacare completamente.
Chi beve dal bicchiere deve finirlo prima che ricominci il giro, chi beve dalla bottiglia invece la dovrà finire entro il termine della partita.
Il due, oltre che proporre una singola persona, ha anche la facoltà di chiedere al tre:"O libera o bevi". Questo significa che il giocatore che possiede il tre deve scegliere tra lasciar decidere al giocatore con il due chi far bere o bersi tutti i bicchieri e le bottiglie del turno lui stesso. Anche in questo caso, comunque, l'asso può sempre "bussare" e prendersi una o tutte le bevande. Viceversa se il due (il sotto) vuole far bere tutto al tre (il padrone), questi può decidere di non bere lasciando al due la libertà di invitare alla bevuta chi vuole e all'asso di bussare a chi è stato invitato dal sotto.
Nel caso in cui ad un giocatore capitino tutte e 3 le carte, egli diventa il cosiddetto Patruni assolutu (padrone assoluto), acquisisce cioè tutti i poteri delle 3 carte e avrà la facoltà di decidere chi far bere per quel turno senza che nessuno possa metter parola.
Per rendere più divertente il gioco, si può aggiungere un'altra carta: il re che ha il potere di "bussare" all'asso quando egli stesso bussa per bere. Però se l'asso non bussa il re non ha alcun potere.
Il gioco è diffuso anche in altre regioni d'Italia con alcune varianti. In alcune aree del Beneventano (con il medesimo nome e scopo ma non legato alla briscola) del Lazio meridionale viene indicato come zifola, o a volte passatella, gioco romano con cui ha molte assonanze; i ruoli vengono chiamati patrone e sotto.
Il bosone di Higgs è una ipotetica particella elementare, massiva, scalare, prevista dal modello standard della fisica delle particelle. È l'unica particella del modello standard a non essere stata ancora osservata. Questa particella gioca un ruolo fondamentale all'interno del modello: la teoria la indica come portatrice di forza del campo di Higgs che si ritiene permei l'universo e dia massa a tutte le particelle. Al 2008 la particella non è mai stata osservata, ma ci sono alcune prove della sua esistenza. Il bosone di Higgs fu teorizzato nel 1964 dal fisico scozzese Peter Higgs, insieme a François Englert e Robert Brout, mentre stavano lavorando su un'idea di Philip Anderson, e indipendentemente da G. S. Guralnik, C. R. Hagen, e T. W. B. Kibble. Esso è dotato di massa propria. La teoria dà un limite superiore per questa massa di circa 200 GeV (≈3,5×10-25 kg). Al 2002, gli acceleratori di particelle,
hanno raggiunto energie fino a 115 GeV. Benché un piccolo numero di
eventi che sono stati registrati potrebbero essere interpretati come
dovuti ai bosoni di Higgs, le prove a disposizione sono ancora
inconcludenti. Ci si aspetta che il Large Hadron Collider, presso il CERN, la cui prima accensione è avvenuta il 10 Settembre 2008, sia in grado di confermare l'esistenza di tali bosoni. Poiché il campo di Higgs è un campo scalare, i bosoni di Higgs hanno spin zero. Il fisico Vlatko Vedral ha tuttavia avanzato la supposizione che l'origine della massa delle particelle sia dovuta all'entanglement quantistico tra i bosoni, analogamente a quanto espresso dalla sua teoria sull'effetto Meissner nei superconduttori da parte degli elettroni entangled. La particella nota col nome di Bosone di Higgs è il quanto di uno dei componenti del campo di Higgs. Nello spazio vuoto, il campo di Higgssimmetria di gauge elettrodebole, un fenomeno conosciuto come meccanismo di Higgs. Esso è il meccanismo più semplice in grado di dare massa ai bosoni di gauge compatibile anche con le teorie di gauge.
Nel Modello Standard, il campo di Higgs
consiste in campi con due componenti neutri e due componenti carichi.
Entrambi i componenti carichi ed uno dei campi neutri sono bosoni di Goldstone, che sono privi di massa e divengono, rispettivamente, le componenti longitudinali tri-polarizzate dei bosoni massivi W+, W- e Z0. Il quanto del restante componente neutro corrisponde al bosone di Higgs. Poiché il campo di Higgs è un campo scalare, il bosone di Higgs ha spin zero e non ha momento angolare intrinseco. Il bosone di Higgs è anche la sua stessa antiparticella ed è CP-even. Il Modello Standard non predice il valore della massa del bosone di Higgs. Se la massa del bosone di Higgs risulta compresa tra 115 e 180 GeV, allora il Modello Standard può essere valido a tutte le scale di energia fino alla scala di Planck (1016 TeV). Molti fisici teorici si aspettano che una nuova fisica emerga oltre il Modello Standard alla scala del TeV, a causa di alcune proprietà insoddisfacenti del Modello Standard
stesso. Il valore più elevato della massa del bosone di Higgs (o di
qualche altro meccanismo di rottura della simmetria elettrodebole) è
intorno ad un TeV; oltre questo punto, il Modello Standard diventa inconsistente senza tale meccanismo perché l'unitarietà è violata in certi processi di scattering.
Molti modelli supersimmetrici predicono che il valore più basso
possibile della massa del bosone di Higgs è appena al di sopra degli
attuali limiti sperimentali, intorno a 120 GeV o meno.
Il bosone di Higgs non è stato ad oggi mai osservato sperimentalmente e la sua massa non è prevista dal Modello Standard. Ricerche dirette effettuate al LEP hanno permesso di escludere valori della massa inferiori a 114,4 GeV, e misure indirette dalle determinazioni dei parametri elettrodeboli danno indicazioni che i valori più probabili della massa siano comunque bassi, in un intervallo che dovrebbe essere accessibile ad LHC.
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