Si definisce politico o personalità politica, chi partecipa attivamente alla vita pubblica di uno Stato, operando le scelte necessarie alla crescita civile ed economica della propria nazione. Contrariamente a tale definizione, nell'immaginario collettivo italiano, il politico è anche identificato come una persona che non prende deliberatamente una posizione chiara. Viene talvolta definito un politico un individuo che evita di schierarsi in modo netto preferendo attendere l'evolvere degli eventi, al fine di non precludersi alcuna opportunità. Davanti a quest'incrocio passa grossa parte della sua vita per poi sapere cosa ne sarà di lui....
Era il 3 Agosto quando sono partito in macchina verso la
Sicilia… già, mi son fatto 13 ore tirate (con qualche fermata e cambio
alla guida) per godermi il mare e la tranquillità di spiagge non
affollatissime, ancora al naturale.. di quelle dove si vedono le
famigliole che portano i bimbi in spiaggia e mettono il loro ombrellone
nella sabbia, alla ricerca di qualche ora di meritato riposo.
Premetto
subito che non è Rimini o altri luoghi dove del turismo fanno la loro
ricchezza, bensì Messina è una città che si trova proprio sulla “punta” della
Sicilia, la prima città che incontrate andando in quest’isola che ha
molto da offrire in quanto a storia e cultura…. dicendo ciò non
troverete decine di locali alla moda o discoteche in città… per queste
ultime bisogna spostarsi verso Taormina, Milazzo tanto per farvi
qualche nome.
Dunque, la prima cosa
che mi viene in mente, e chi c’è stato potrà confermare, è la granita
siciliana… ma non quella della pubblicità dei 3 “picciotti” che la
cercano nel supermercato, non ci arriva nemmeno lontanamente!! Intendo
la granita con brioches… i gusti variano: caffè, fragola, limone,
mandorla, cioccolata… abbinati con la panna.
Il tutto viene riposto
in un bicchiere di dimensioni variabili, a seconda di come la volete;
se ad esempio dite di voler Caffè con panna, vi faranno un bicchiere
con i due gusti che si dividono il posto nel bicchiere…. altrimenti
potrete fare caffè macchiato con panna, nel tal caso la panna sarà in
mezzo al caffè…. e via dicendo!
Com’è fatta? Non è il solito ghiaccio
tritato con l’aggiunta del colorante…qui si sente proprio il sapore del
caffè o del gusto che prendete!!! Già, la colazione messinese è proprio
fatta di granita e brioches…. quest’ultima è una delizia del
palato… fatta al burro, tonda con una pallina sopra, della stessa
forma… morbida, al suo interno è gialla, ed il contatto con la granita
sembra volerti dire “mangiami!”.
Se vi capiterà di andar a Messina,
prendetela a tutti i costi…è eccezionale!! I prezzi? Una granita media
con panna (senza costa un po’ meno) e brioches (fatta giornalmente)
costa 1,50…ovviamente prendendo il bicchiere più piccolo diminuisce il
prezzo!
ARCHITETTURA…. come
città Messina è abbastanza “giovane”, nel senso che è stata completamente
ricostruita in seguito al famoso terremoto del 1908 con epicentro fra
Messina e Villa San Giovanni (Calabria), lo stesso che rase al suolo le
due città! Giusto domenica scorsa han fatto vedere per il programma
“Gaia” un servizio sul terremoto e sul futuro ponte sullo stretto di
Messina… quest’ultimo ormai è considerata una leggenda metropolitana in
quanto sono decenni che se ne parla, ma non si è mai fatto niente!!
Pensate che mio padre era piccolino quando lo portavano in fiera a
Messina e c’era il plastico con il ponte che dicevano di fare… sono
passati 40 anni e ancora non si è visto niente!! Troppi soldi,
interessi e molto altro ancora ci saranno sotto… credo che potrebbero
farlo senza problemi se solo lo volessero… dicono che sarebbe
considerata l’ottava meraviglia del mondo per le sue particolari
caratteristiche, le quali prevedono solo due campate nelle due
estremità, ovvero sulla terra ferma, lasciando il vuoto nel mare… luogo
in cui ci sono correnti molto forti per via dell’incontro dei due mari
Ionio e Tirreno… se guardate bene si vede la differenza delle due
correnti…e pensare che il primo è caldo come acqua, mentre il secondo è
più freddo…infatti il servizio menzionava il fatto che c’è un
particolare habitat n quel punto, unico nel suo genere!
Da
menzionare sicuramente per la sua bellezza è la chiesa SS. Annunziata
dei Catalani, un edificio conservato in un perfetto stato, ha la
facciata che risale al 200, mentre la cupola risale alla fine del XII
secolo (mi sono informato, non volevo dirvi una cosa per un’altra); di
fronte alla chiesa c’è il monumento al vincitore della battaglia di
Lepanto, Don Giovanni d’Austria risalente alla fine del XVI secolo; da
non scordare c’è il Duomo, situato in Piazza Duomo (ovviamente!),
anch’esso rifatto dopo il terremoto del 1908 e dopo i bombardamenti
della II Guerra Mondiale.
La particolarità del Duomo di Messina è la sua
costruzione: la parte bassa, formata dalle 3 porte risale alla
costruzione originale del XII secolo (si vede che sono anni che mi
sorbisco la storia di Messina??) in stile gotico; il campanile ha un
orologio astronomico in cima, il quale è stato animato nel 1933… molte
delle opere originarie del campanile sono state sostituite con delle
copie, mentre gli originali sono conservati nel museo del Duomo dove si
trova molto materiale sacro; la particolarità del campanile si
manifesta allo scoccare delle 12:00, quando si anima facendo ruggire il
leone, muovere la morte… direi da vedere. Accanto al duomo c’è una
bella fontana dedicata a Orione e risalente al XVI secolo, quest’ultima
l’ho apprezzata quest’anno visto che era perennemente in restaurazione!
Rimanendo in ambito fontane, ce n’è una che merita parecchio… è quella
che si affaccia al porto, proprio di fronte al Municipio, è la Fontana del
Nettuno, anch’essa restaurata splendidamente!
Altre Chiese antiche, sempre ricostruite dopo il 1908, da visitare sono senz’altro la Chiesa di S. Francesco d’Assisi (nel cui cortile esterno vi è una statua dedicata al Santo), la Chiesa di S. Giovanni di Malta e la Chiesa S. Maria Alemanna, tutte d’origine gotica.
Anticamente la città, spero di non sbagliare
a scriverlo, era chiamata ZANCLE, poi fu colonizzata dai greci, dai
Romani, dai Bizantini, dagli Arabi, dai Normanni per diventar poi Regno
di Sicilia e…. la storia credo che tutti la sappiate.
Tutto ciò per
dirvi che come città ha un’antica tradizione, basta informarsi su dove
andare e si può sentire l’odore nell’aria della storia, delle battaglie
per conquistarla…. del nostro passato!
Quasi dimenticavo… se siete
amanti dei Musei, dovete andare al Museo Regionale (è in via della Libertà) dove
ci sono opere di Antonello da Messina, il Caravaggio , Goro il Gregorio
(XVI secolo), il Montorsoli… ecc.
Non dimenticare mai quando Giovanni Falcone diceva: "La
mafia non è
affatto invincibile,
è un fatto umano e come tutti i fatti umani ha un inizio e avrà anche una
fine. Piuttosto bisogna rendersi conto che è un fenomeno terribilmente serio e molto
grave e che si può
vincere non pretendendo
eroismo da inermi cittadini ma
impegnando in questa battaglia tutte le forze migliori delle istituzioni".
Il fenomeno mafioso è diffuso in molti Stati fra i quali l’Italia; le mafie italiane sono tre: la Camorra in Campania, la ‘Ndrangheta in Calabria ed infine Cosa Nostra che è particolarmente potente e si è sviluppata in Sicilia; in questo percorso ci occuperemo soprattutto di quest’ultima.
La mafia siciliana è molto antica: essa è nata nel
XIX secolo e nel corso degli anni si è sviluppata e radicata all’interno
della società.
Il radicamento e la potenza di Cosa Nostra si basano sull’omertà, sulla mancanza di fiducia nello Stato, sulla percezione della debolezza di esso, sulla corruzione, sulla disponibilità di grandi capitali ottenuti grazie ad attività illecite (traffico di sostanze stupefacenti, racket, prostituzione, per esempio), sull’omicidio di chi ostacola le sue attività illegali.
L’omertà è una vera e propria legge, quella del non far rimostranze contro l’offensore, né rivelarne il nome o denunziarne il reato, riserbando la vendetta per sé; l’omertà è la caratteristica più spiccata del comportamento della gente nelle zone di mafia, in particolare in Sicilia. La gente, soprattutto in passato, la praticava per timore della vendetta del mafioso, ma più ancora per una sorta di rispetto di un codice cavalleresco che vietava di far entrare nella contesa gli estranei (carabinieri, giudici, ecc..). Si possono capire, perciò, le grandi difficoltà che i vari pentiti, di cui Buscetta è un esempio, hanno incontrato, decidendo di collaborare con la giustizia, infrangendo, così, la “legge del silenzio” e andando incontro a vendette spietate da parte dei boss mafiosi.
All’inizio la mafia siciliana era una mafia di tipo
agricolo, ma col passare degli anni, grazie anche ai contatti con la mafia
americana, è divenuta “imprenditrice”, ha accresciuto i suoi capitali,
servendosi del traffico di
droga e li ha investiti in vari campi, ad esempio nell’imprenditoria,
cercando di ottenere appalti convenienti. La mafia, grazie ai suoi mezzi
economici, alla sua straordinaria capacità di radicarsi profondamente nel
contesto sociale, è riuscita formare un regime
di corruzione fatto di
alleanze, favori, trame, assassinii, complotti e soprattutto complicità del
potere legale con quello illegale. Grazie alla corruzione essa è riuscita a
creare uno Stato dentro lo Stato dove lei stessa è legge.
All’inizio, del fenomeno mafioso si negava addirittura l’esistenza stessa; solo a partire dagli anni ’60 / ’70 si è cominciato a considerarlo come un vero e proprio problema della società italiana. In quegli anni cominciò la controffensiva dello Stato verso la mafia, e si iniziò ad indagare.
Molti furono i magistrati
(fra questi il giudice Livatino), i prefetti e i carabinieri che
cercarono di contrastare questo fenomeno, ma quando divennero degli ostacoli, e
soprattutto quando toccarono la mafia nel suo punto debole, il capitale
economico, vennero uno dopo l’altro tolti di mezzo.
Solo nel settembre del 1982, dopo la strage di via Carini, in cui persero la vita il generale Dalla Chiesa, Pio la Torre aveva proposto, prima di essere assassinato con il suo autista, leggi speciali contro la mafia. La legge Rognoni-La Torre introdusse nel codice penale il fondamentale articolo 416 bis, che definisce il reato di associazione mafiosa. Nel 1991 il governo varò un’imposta destinata a fondo di solidarietà per le vittime del racket e istituì la D.I.A. (Direzione investigativa antimafia) e la D.N.A. (direzione nazionale antimafia).
La lotta contro la mafia da parte dello Stato fino
agli anni novanta è stata ispirata dalla “logica dell’emergenza”: contro
tale logica si batterono i giudici Falcone
e Borsellino,
chiedendo che le leggi fossero sorrette da “una forte e
precisa volontà politica” che si concretizzasse in “strutture
adeguate” e “dotate di uomini professionalmente qualificati”, in
attenzione costante ai problemi della sicurezza dei magistrati, in un concreto
sostegno agli uomini impegnati nella lotta contro la mafia che non può
risultare vincente se le indagini non sono frutto di un lavoro di gruppo.
La lotta contro la mafia sembra segnare il passo da quando nel 1997 il Parlamento ha varato la riforma dell’art. 513 del codice di procedura penale che rende quasi impossibile “l’accertamento giudiziale dei fatti di reato e delle relative responsabilità”.
Un
ruolo fondamentale nella lotta alla mafia è da attribuire anche ai pentiti,
mafiosi che hanno deciso di collaborare con la giustizia e che hanno permesso di
individuare la struttura interna dell’organizzazione. Il primo tra questi fu
l’ex boss di Cosa Nostra, Tommaso
Buscetta, che fece importanti dichiarazioni svelando i meccanismi della
“cupola”. Inizialmente vi fu da parte dei pentiti una maggior resistenza a
parlare con i magistrati: essi non negavano di sapere ma credevano lo stato
impreparato a gestire le loro informazioni. Grazie
a queste testimonianze sono state smascherate alleanze clamorose tra mafia e
politica e molti uomini di potere furono duramente accusati. Il
caso per eccellenza è sicuramente quello di Giulio Andreotti, accusato nel 1994 di associazione
mafiosa e poi scagionato per insufficienza di prove dopo un lungo e articolato
processo. Da
quando la gente si è decisa ad abbattere l’ancor saldo “muro dell’omertà”,
le forze della giustizia sono notevolmente aumentate.
Ma perché il muro sia definitivamente abbattuto è necessaria una maggiore fiducia nelle istituzioni, una più efficace educazione alla legalità e un’opera più incisiva per il miglioramento delle condizioni di vita, di lavoro, d’istruzione soprattutto nelle regioni dove il fenomeno mafioso è più radicato. In sostanza, una maggior presenza dello Stato.
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