Tommaso Buscetta è il più famoso collaboratore di giustizia, l'ex boss dei due mondi, nacque a Palermo il 13 luglio 1928, ultimo di diciassette figli. Dopo aver lavorato nella vetreria del padre, a soli 20 anni entrò nella famiglia mafiosa di Porta Nuova. Nel 1956 il primo arresto con l'accusa di contrabbandare sigarette. Allo scoppiare della prima guerra di mafia, Buscetta fuggì in Messico; nello stesso anno venne spiccato nei suoi confronti un mandato di cattura per associazione a delinquere e omicidio plurimo. La sua carriera criminale si svolse tra l'Europa e il Sud America, soprattutto nel contrabbando di tabacchi e droga. Processato in contumacia a Catanzaro, fu arrestato nel 1970 negli Stati Uniti e nel 1971 si trasferì in Brasile. Nello stesso anno la Commissione antimafia lo inserì nella lista dei dieci mafiosi più pericolosi. Nel 1977 fu estradato dal Brasile e dopo il carcere scontato all'Ucciardone e alle Nuove di Torino, grazie al regime di semilibertà, diventò di nuovo un latitante. All'inizio degli anni Ottanta fece ritorno in Italia per cercare di trovare una composizione della vertenza tra le vecchie famiglie palermitane e i rampanti corleonesi. Non riuscì nel suo scopo e tornò in Brasile, dove fu arrestato nel 1983 ed estradato in Italia l'anno successivo. Iniziò a collaborare con Falcone, che emise in base alle sue rivelazioni ben 366 mandati di cattura. Fu Buscetta a svelare per primo e in maniera compiuta al giudice i segreti di Cosa Nostra, offrendo le necessarie chiavi di lettura per interpretare l'organizzazione, gli organigrammi, le attività e gli appoggi dell'associazione mafiosa. Al primo maxiprocesso venne condannato a tre anni e tre mesi. Dopo la strage di Capaci, a partire dall'aprile 1993, ha rilasciato nuove dichiarazioni sui rapporti tra mafia e politica e sui delitti Moro, Pecorelli e Dalla Chiesa. E' morto il 2 aprile 2000 nella sua casa di New York dopo una malattia durata circa due anni, è rimasto cosciente fino alla fine.
Gaetano Badalamenti o don Tano nacque a
Cinisi il 14 settembre 1923. Nel 1947 emigrò clandestinamente negli
Stati Uniti; nel 1950 venne rimandato in Italia e fu presente alla
riunione all'Hotel des Palmes a Palermo.
Grazie all'esperienza maturata in America, propose la creazione della prima "commissione" della mafia
siciliana, che funzionò fino alla strage di Ciaculli. Dal 1971 al 1974 fu rinchiuso nel carcere
dell'Ucciardone di Palermo. Già a metà degli anni Settanta era considerato dall'FBI come il
vero cervello del traffico di stupefacenti che interessava le due sponde
dell'Oceano Atlantico. Fece parte, con Riina e
Bontade,
del triumvirato che costruì Cosa Nostra e si mise a capo della
commissione, per quanto non riconosciuto dai Riva, dal 1974 fino alla
sua espulsione da Cosa Nostra avvenuta per motivi tuttora sconosciuti.
Nel 1978 fece uccidere il militante di estrema sinistra
Giuseppe Impastato che, dai microfoni della radio locale Aut Aut, ne denunciava i traffici di droga, organizzati grazie al
controllo sull'aeroporto di Punta Raisi a
Palermo. Impastato fu ritrovato sui binari della ferrovia, dilaniato da
una bomba: ci vollero diversi anni, prima che fosse riconosciuta
l'origine mafiosa del delitto.
Spazzata via dagli avversari la maggior parte dei suoi uomini,
Badalamenti si rifugiò in Brasile, dove ebbe contatti con altri
latitanti, tra cui
Buscetta.
Fu arrestato a Madrid nell'aprile 1984 ed estradato negli Stati Uniti.
Qui è attualmente detenuto per traffico di stupefacenti, dopo la
condanna a trent'anni di reclusione, avvenuta nel 1986, nell'ambito
dell'inchiesta Pizza Connection. I suoi rapporti con la politica e la
sua conoscenza dei molti segreti di Cosa Nostra sono stati al centro
delle dichiarazioni di famosi collaboratori di giustizia. Nel marzo
1995, il suo nome è tornato alla ribalta in occasione del suicidio del
maresciallo dei carabinieri Antonino Lombardo che, stando alle
indiscrezioni, ne stava organizzando il rientro in Italia per deporre
in alcuni processi di mafia.
Stefano Bontate, detto il Falco, noto anche come il principe di Villagrazia, nacque a Palermo il
23 aprile 1938. Ufficialmente possidente, fu invece il capo mafia della
famiglia di Santa Maria di Gesù e anche affiliato alla massoneria. Suo
padre, don Paolino, era tra i mafiosi più potenti della Sicilia e
trattava gli esponenti politici come suoi sottoposti, non esitando a
schiaffeggiarli in pubblico. I rapporti politici furono coltivati anche
dal figlio che era in affari con Salvo Lima e i cugini Salvo, gli
esattori di
Salemi.Pagina 26 di 76