Chiamata alle armi dell'intera deputazione nazionale e regionale da parte del Sindaco di Messina. Troppo spesso si è defilata
è mostrata istituzionalmente inadeguata rispetto ai rappresentanti istituzionali di
altre città. Lunedì 13 ottobre, alle 10,00 primo confronto a Palazzo Zanca
tra il sindaco, i senatori e i deputati nazionali ai quali verrà chiesto un impegno per individuare risorse finanziarie utili allo sviluppo della città. Venerdì 17, sempre alle 10,00 riunione coi rappresentanti Regionali che sino ad ora non hanno per niente contrastato le chiarissime intenzioni di Raffaele Lombardo di distruggere la nostra città.
«Lunghi periodi di commissariamento e misure finanziarie che
impediscono all’Ente di operare necessitano la definizione di un accordo di programma e/o di un intesa
istituzionale di Governo che riconosca la necessità di determinare
intese a favore della città di Messina, ed in questo quadro sarà
importante il ruolo delle rappresentanze parlamentari a Roma e a
Palermo. Nella città di Messina esiste una forte interdipendenza fra
quei fattori economici, sociali e naturali che determinano valore
aggiunto per lo sviluppo del territorio e della sua comunità. La città
con l'aiuto di tutte le rappresentanze politiche, delle forze
imprenditoriali e sociali, deve e può recuperare il ruolo di città
metropolitana, fornitrice di servizi, secondo una proiezione strategica
che guarda a se stessa città, alla qualità della sua vita, ma anche
all'area metropolitana; all'intera provincia, con le sue proiezioni
verso il Tirreno, i Nebrodi e le isole Eolie, e verso lo Ionio e l'area
di Taormina; all'area integrata dello Stretto ed al rapporto con Reggio
e con l'intera Calabria meridionale; ma anche al Mediterraneo ed alla
scadenza del 2010 con l'istituzione dell'area di libero scambio,
pensando al ruolo che l'intera Sicilia potrà svolgere nel nuovo
scenario ed in questo quadro al ruolo dell'area integrata dello
Stretto.
I
n questo disegno - dice Buzzanca - sarà importante essere
pronti al ruolo che Messina potrà assumere nel Corridoio 1
Berlino-Palermo; a riqualificare il suo ruolo di città di mare, che
recupera il suo doppio waterfront verso il Tirreno e verso lo Ionio e
qualificando il talento naturale nello Stretto. Per tutto questo sarà
importante il concorso di tutti i parlamentari e con il contributo
concreto che, ognuno per il suo ruolo potrà fornire, sarà più certo
l'impegno dell'Amministrazione comunale finalizzato al raggiungimento
di uno sviluppo durevole, democraticamente scelto e condiviso dai
Messinesi». Ma c'è bisogno di ricordarlo, caro sindaco?
Parole parole parole.......
Adolfo Parmaliana parlava nel 2007 di Messina allo sfascio per colpa di....... Riprendiamo un articolo uscito quest'oggi in prima pagina su Imgpress, foglio elettronico di informazione Messinese e non. Adolfo Parmaliana (docente universitario di Chimica era rimasto uno dei pochi a dire cose
di Sinistra nella provincia di Messina. Non sappiamo perché, ma
nell’Unione c’è una penuria senza precedenti di star. E così il
professore Adolfo riesce a imporre il suo personaggio credibile e
carismatico, appassionando tutti con le sue lotte in nome della
trasparenza e dell’Antimafia), si è suicidato l'altro ieri lanciandosi da un viadotto dell’autostrada Messina-Palermo non si sa ancora per quale motivo.
A voi la lettura da attenzionare per riflettere.....
<< IMGPress - nel tentativo di trovare una chiave di lettura della penosa quotidianità messinese fatta di scandali, arretratezze, inciuci e complicità istituzionali – ha individuato , non so se per convinzione o per verve ironica, nella Magistratura la variabile impazzita, il grimaldello che dovrebbe squarciare il clima di omertà e di accordo trasversale, anzi universale, che impera nella città di Messina. Questo assunto non mi convince, anzi voglio produrre una serie di riflessioni per documentare quanto sia goliardico, effimero e improprio. Ho una lettura diversa di questa realtà: una città che muore, una città ultima, una città scartata come la definiva Mons. Marra, una città ricca di istituzioni parassite se non deviate e corrotte, una città incapace di indignarsi, una città incapace di reagire, una città nella quale si va sempre più radicando la sicumera di impunità, è una città nella quale l’Amministrazione della Giustizia non ha da esporre tanti risultati e da rivendicare tanti meriti. Anzi, ritengo che l’Amministrazione della Giustizia abbia a volte abdicato dalle sue funzioni e dalle sue prerogative agendo probabilmente secondo le logiche di una lobby che si coalizza, che si chiude a riccio, che si autoassolve, che tenta di resistere alle incursioni, magari giudicate temerarie, della Commissione Antimafia. Ben 2 visite ispettive della Commissione Antimafia in soli 6 anni sono un record : questa è una città malata, le sue istituzioni sono fragili ed inadeguate. Eppure fino a qualche mese addietro qualche massone benpensante (???) ancora faceva l’offeso con l’On.le Nichi Vendola che coniò con lucidità aristotelica il termine “verminaio” per rappresentare lo status delle principali istituzioni cittadine all’indomani dell’omicidio del Prof. Bottari. Ora che tira aria di burrasca, il silenzio è assordante: si registra la stessa sensazione del silenzio assoluto che annuncia il terremoto. Eppure basta qualche banale deduzione/esercizio di logica per cogliere come il deficit di legalità di una società sia direttamente proporzionale al tasso di insipienza e inversamente proporzionale al tasso di efficienza delle istituzioni preposte all’Amministrazione della Giustizia, al controllo del territorio e delle attività economiche e alla repressione di atti/azioni/organizzazioni “contra legem”. Non vi sono luoghi o realtà predestinate ad essere capitali dell’ illegalità e del malaffare. Generalmente, una Magistratura debole/assente/distratta/deviata, Forze dell’Ordine impegnate ad acciuffare ragazzi che scorazzano sugli scooter senza casco e amministrazioni pubbliche occupate dal Partito Unico sono i presupposti scientificamente necessari per trasformare realtà e luoghi civili in regni del malaffare e della mafia, in territori assoggettati al potere politico-mafioso-istituzionale. La mafia e l’illegalità non nascono dal nulla e non sono mali endemici: possono essere debellati. Certo non bisogna illudersi affidando il lavoro di bonifica di una società e delle sue istituzioni agli stessi soggetti che si sono adoperati per rendere le istituzioni funzionali agli obiettivi dei comitati di affari. Torniamo alle vicende della Ns. città: il senso di appartenenza di molti cittadini onesti si va affievolendo. Chi scrive non intende fustigare nessuno: si sta interrogando sull’opportunità di resistere in una città ultima. Avverte una grande amarezza, non si dichiara sconfitto bensì estraneo e contrario a una forma mentis che pervade questa città povera di prospettive. Sento affiorare la condizione sociale che Corrado Alvaro riassumeva così “la disperazione più grande che possa impadronirsi di una società è il dubbio che vivere rettamente sia inutile”. Credo che sia opportuno tentare di individuare le cause di questa straordinaria arretratezza, di questa straordinaria subalternità e di questo assordante silenzio. A Messina nessuno parla, nessuno alza la testa! La consegna è ferrea: silenzio, abbassiamoci fintanto che passa la tempesta. Ma chi deve parlare se quasi tutti i partiti sono sotto salamoia per le ben note vicende delle assunzioni all‘ATO ME3? Tutto è grigio! Chi amministra la Città? L’Amministrazione di oggi è diversa da quella di ieri o dell’altrieri? A Messina tutto è immutabile! Tutto è dominato da una straordinaria unità di intenti! Messina è una città nella quale è difficile cogliere differenze tra chi governa e chi fa opposizione. Non c’è forza di sinistra (c’è ancora la sinistra a Messina?), né gruppi di intellettuali, universitari o parauniversitari, né giovani disoccupati, né imprenditori che punti nell’orgoglio sentano di dover prendere le distanze dal Governo Genovese. La politica a Messina è tutto un gioco. Il Centrodestra osserva compito la debacle di una città proibita ai portatori sani di speranza ed agli spiriti liberi, critici ed integri. Il Centrosinistra fa finta di essere al Governo della Città. In questo vuoto di idee e di valori, l’On.le D’Alia e la sua corte, prendono il posto dei Verdi e Rifondazione Comunista e di altri ecologisti di maniera e di posizione, radunando lo stato maggiore dell’UDC per chiedere commissioni parlamentari ed impeachment per le vicende dell’ATO ME3 e di MessinAmbiente (Ma alcuni mesi addietro non erano state avvitate audizioni e/o indagini conoscitive in una Commissione Parlamentare all’ARS?) Il buon On.le Gianpiero D’Alia precisa comunque che l’UDC non intende sovrapporsi all’autorità giudiziaria. La solita melina messinese: sfoderare la scimitarra, intimidire l’avversario magari per lanciargli un messaggio per future intese. Povera Italia e povera Messina. Il 10 agosto l’On.le D’Alia tratta gli affari dei rifiuti come se fossero temi vergini di politica sociale: per la vicenda MessinAmbiente ci sono già 17 rinvii a giudizio, per le assunzioni all’ATO PA1 la Procura della Repubblica di Palermo ha distribuito 15 avvisi di garanzia per assunzioni senza concorso di “fratello di”, “cugino di” per politici e amministratori di Carini ipotizzando reati di abuso di ufficio e voto di scambio, per l’allegra gestione del depuratore di Capo d’Orlando la Procura della Repubblica di Patti ha ordinato un paio d’arresti e notificato settanta avvisi di garanzia. Questa Città è desolante se non deprimente: l’affare Oro Grigio, così come le vicende ATO Rifiuti ME3, MessinAmbiente, AMAM, Zancle, lo stato della Giustizia (basta leggere i dati pubblicati dal Sole 24 Ore), la condizione dell’Università, l’efficienza e la compatibilità ambientale del depuratore di Mili, lo stoccaggio permanente dei rifiuti presso l’area ex - Sanderson, gli svincoli, il traffico, la vergognosa situazione della Sanità e degli ospedali della Città, il Policlinico Universitario in primis. C’è veramente da stare e restare allegri in questa città di passione!!. Nessuno parla, c’è silenzio e il silenzio – come amava ricordare Giovanni Falcone – è complice. L’understatement con il quale vengono relegati questi fatti e le visite ispettive della Commissione Antimafia alla ventisettesima pagina della Gazzetta del Sud è l’indice emblematico della forza e della vittoria del PUM (Partito Unico Messinese) che è una sezione modello di quel PUS (Partito Unico Siciliano) che Alfio Caruso indica come la sigla politica poliedrica e dalla faccia cangiante che vince sempre in Sicilia. Spero tanto che il Governo, la Commissione Antimafia, il Ministro della Giustizia, il Ministro degli Interni, il Prefetto Alecci abbiano a cuore le sorti di questa Città e dei suoi abitanti attivando tutte gli strumenti necessari ed efficaci per ridarle una speranza di riabilitazione e di riscatto. E’ veramente triste dover vivere e operare in una città ultima (Vi invito a leggere tutte le classifiche e i dati ISTAT in materia di qualità della vita e dei servizi per rendervi conto che l’ aggettivo non è un eufemismo giornalistico), ma in fondo qualche speranza dobbiamo coltivarla: in chi dobbiamo credere? In ogni caso è bene evitare illusioni. Le istituzioni a volte sono plastiche se non elastiche e quindi si adattano. Vi invito a leggere e non ridere, e comunque nemmeno a piangere visto il periodo feriale, questo stralcio degli atti parlamentari. L’On.le Nichi Vendola nel 2004 interrogò l’allora Ministro della Giustizia Castelli su una vicenda riguardante la mancata esecuzione di una sentenza della Corte di Appello di Messina dopo 57 mesi dalla sua emissione (la sentenza comunque non è stata eseguita a tutt’oggi dopo 98 mesi (8 anni e 2 mesi) dalla sua emissione). Questa è la sintesi della dotta risposta dell’Ing. Castelli: “… Non si ritiene che vi sia stata scarsa attenzione della Procura della Repubblica di Barcellona nella trattazione della vicenda in parola, soprattutto se si considera che detto ufficio ha da sempre dovuto fare i conti con lunghi periodi di mancanza di personale, con un forte indice di avvicendamento dei sostituti ed opera in una realtà caratterizzata da alto indice di illegalità. La Procura Generale di Messina ha peraltro precisato che l’intervento della medesima va inteso come espressione della doverosa opera di sorveglianza e di incoraggiamento (questa è un’attribuzione dell’Ufficio del Procuratore Generale? A me l’incoraggiamento sembra un’azione propria di un trainer di un team sportivo o degli azionisti di una banca che sollecitano il management a compiere una scalata o a lanciare un’OPA)… e non quale censura all’ operato… La descrizione della lunga e complessa vicenda è da sé atta a indicare quale sia il livello di illegalità nella zona in materia anche edilizia e quanto difficoltoso ed oneroso sia perseguire questo tipo di illegalità.” (Atti della Camera dei Deputati: all. B della seduta n. 505 del 13/09/04, risposta all’interrogazione 4-09255). Comunque cari lettori Vi invito a non arrenderVi, occorre raccogliere tanta legna perché l’inverno arriverà. Così l’allora Presidente della Commissione Antimafia On.le Ottaviano Del Turco incoraggiava nel 1999 i cittadini messinesi affinché continuassero a nutrire speranza e fiducia nelle istituzioni. In effetti pochi fessi ci hanno creduto, i più “avveduti” (???) si sono organizzati. Qualche giorno addietro il Dr. De Magistris, Pubblico Ministero presso la Procura della Repubblica di Catanzaro, ha dichiarato in un’ intervista che un sistema d’affari (in altri termini il PUC, il Partito Unico Calabrese) sta strozzando la Calabria e che la normale devianza ha ormai il sopravvento; secondo il Dr. De Magistris i deviati sono i magistrati che fanno inchieste e i giornalisti che scrivono. Ma saranno vere queste dichiarazioni del Dr. De Magistris? Forse c’è ancora qualcuno che ha il coraggio di parlare e di agire. Non perdiamo tutte le speranze. Amici di IMGPRESS “welcome on board” continuiamo a batterci per la legalità e contro la mafia, in particolare contro il tipo di mafia più pernicioso per la Sicilia del XXI secolo: la mafia dei colletti bianchi. >>
La tenda della pace è organizzata da un gruppo
nutrito di associazioni e gruppi che si presentano con questa frase: "Pensare la pace mentre è in atto la guerra infinita è la sfida di
oggi. Pensare la pace significa costruire una coscienza di pace,
realizzare gesti di pace, estendendoli agli altri nell’accoglienza
della diversità, per contrastare la cultura della violenza e il clima
di intolleranza montanti". E’ il messaggio lanciato della II
edizione della Tenda della Pace. La Tenda sarà presente a Piazza Duomo da mezzogiorno di
sabato 4 ottobre fino a mezzogiorno di domenica 5, attraversando la
notte con una simbolica veglia. Organizzano l’iniziativa l’
Associazione Nuovi Orizzonti, l’Associazione Terra e cielo,
Associazione Ecumenica “E.Cialla”-SAE, Movimento Eucaristico Giovanile (MEG),
Parco Ecologico S. Jachiddu, Cooperativa sociale Scirin, Associazione
Amici del Forte S. Jachiddu, Nodo Lilliput di Messina, Associazione
Movimento Nonviolento, Rete contro tutte le guerre, Gioventù
Francescana della parrocchia di Pompei (GiFra), Insegnanti per la Pace,
CESV – Centro Servizi per il Volontariato di Messina, Agesci ME3 S. Domenico, Associazione VIP ViviamoInPositivo Messina – volontari clown di corsia, ITIS
G. Marconi, Parrocchia di S. Luca, Fraternità Carmelitana di Barcellona
P.G., Centro di mondialità “Senza Frontiere”, Comunità di Messina delle
Suore Francescane dei Poveri, e le quattro band musicali Whisky’n Mama,
DeMo MoDe, Whiplash e Follow The Side.
“Raccogliendo l’esperienza lanciata a Milano dalla Comunità
Sant’Angelo, le associazioni e i gruppi organizzatori dell’iniziativa
promuovono nella nostra città la seconda edizione della Tenda della
Pace – si legge in un documento – come luogo simbolico nel quale tutti
coloro che praticano la giustizia e cercano la pace s’incontrano per
costruirla. Tutti, senza differenza di razza, di religione, di cultura,
di condizione sociale o altro che possa trasformare la ricchezza della
diversità in motivo di scontro. Questo significato attribuiamo alla
Tenda e, perché essa possa efficacemente parlare a tutti i messinesi e
a tutti coloro che avranno occasione di visitarla, abbiamo insieme
pensato di animarla. Ogni forma di animazione programmata è il
contributo gratuito di ciascun gruppo”, sottolineano le associazioni.
Per informazioni Cesv, Centro Servizi per il Volontariato di Messina, Via G. La Farina n. 7, – 98122 Messina, tel. 090/ 6409598, fax: 090/6011825, sito internet www.cesvmessina.it, e-mail:
Con una lettera inviata al Presidente del Consiglio, Berlusconi, al Presidente del Senato, Schifani ed al Presidente della Camera dei Deputati, Fini, il sindaco Giuseppe Buzzanca, ha richiesto 500 milioni di euro. Sul tavolo rilancio economico, sbaraccamento e risanamento della città dello Stretto.
La lettera di Buzzanca: “La Città di Messina celebrerà tra breve il centenario del terremoto che nel 1908 la ha totalmente distrutta arrecando lutti di inusitate proporzioni alla popolazione. E’ mia ferma intenzione, nel giorno della memoria e della commemorazione, presentare alla comunità un progetto di rilancio sociale, economico e culturale per costruire insieme un futuro migliore. La risolutezza con la quale il Governo ha inteso rilanciare il progetto del Ponte sullo Stretto come infrastruttura nodale dello sviluppo europeo mi impone di attenzionare alcune problematiche che, sono certo, aldilà della realizzazione della prestigiosa opera, è necessario affrontare per creare quelle condizioni di cambiamento che devono accompagnare un processo di modernizzazione. La città ha bisogno di sinergie Istituzionali che le consentano di affrontare e risolvere criticità che nate come emergenze sono diventate antropizzate, e determinano, oggi un serio ostacolo al processo di modernizzazione del territorio. I recenti provvedimenti con i quali il Prefetto di Messina è stato designato dal Governo quale Commissario Straordinario per l’emergenza traffico, la presenza di baracche dove vivono circa 10.000 persone in stato di assoluto degrado, la mancanza di infrastrutture strategiche (completamento svincoli, collegamento porto Tremestieri – Molo Norimberga, riqualificazione del quartiere fieristico, la bonifica della Cittadella) l’assoluta carenza di Vigili Urbani, impongono interventi finanziari immediati e procedure amministrative accelleratorie che non possono attendere i tempi di realizzazione del Ponte e delle opere ferroviarie connesse. Purtroppo, il bilancio comunale a carico del quale negli anni pregressi è stato necessario far ricorso, stante l’assoluta disattenzione nei confronti della città del precedente Governo, non è più in condizione di poter finanziare gli interventi necessari e ciò a causa degli ingenti debiti fuori bilancio, dell’elevata spesa per investimenti, delle spese correnti per lo smaltimento degli R.S.U.,da conferire in discariche spesso lontane centinaia di km dalla città e per le inopinate scelte finanziarie operate in passato con i contratti di swap e di emissione di prestito obbligazionario. E’ intuitivo che la mancata contestuale crescita economica del territorio e l’assenza di infrastrutture strategiche impediscono il formarsi di un modello di sviluppo coerente con l’occasione che il ponte può e deve rappresentare per la Città metropolitana e per l’intero territorio della Provincia. Occorre pertanto intervenire con investimenti mirati alla realizzazione delle infrastrutture e per una fiscalità di vantaggio capace di attrarre investimenti d’impresa in un territorio caratterizzato da una forte presenza di pubblico impiego. Messina può e deve costituire per tutti gli imprenditori che saranno a diverso titolo coinvolti nella realizzazione del Ponte non solo una meta occasionale di lavoro ma un territorio capace di attivare incubatori di impresa nei settori dei servizi alla cantieristica, dei servizi turistici ed acquisire la centralità di Polo Tecnologico per l’energia sostenibile e per le nuove tecnologie. In tal senso la città ha da anni avviato una politica di programmazione strategica che necessita di interventi finanziari per la realizzazione di un nuovo modello di sviluppo sostenibile. Tale processo, da un lato paga oggi anche il prezzo della necessaria contrazione della spesa pubblica le cui misure finanziarie (patto di stabilità) impediscono all’Ente di operare. Né va sottaciuto che la città è stata per quasi un anno amministrata da un Commissario, che nel periodo più importante relativamente alla programmazione dei fondi comunitari non ha potuto concertare a livello politico i necessari interventi. Tutte le superiori considerazioni rendono improcrastinabile la definizione di un accordo di programma e/o di un intesa istituzionale di Governo che riconosca la necessità di determinare a valere sugli A.P.Q. Stato – Regione Sicilia e sui Fondi per le Aree Svantaggiate una sovvenzione globale in favore della città di Messina di almeno € 500.000.000,00 con la determinazione di un crono programma che definisca i trasferimenti immediati in relazione ai progetti cantierabili esistenti, ed alla necessità di assunzione del personale, alla progettazione e realizzazione delle opere strategiche ed individui nel territorio costiero comunale una Zona Franca Urbana attraverso le cui esenzioni fiscali è certamente possibile da un lato abbattere alcuni degli aumenti determinatisi sul costo dei materiali per la realizzazione del Ponte e dall’altro fornire all’imprese una forte motivazione per investire sul territorio. E’ necessario infine una specifica deroga in favore della città di Messina dall’osservanza del patto di stabilità attesa l’importanza strategica del territorio e la necessità di attivare l’immediata spendibilità dei finanziamenti”.
Lo staranno a sentire?
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